“Maestra Sara, mi manchi, ti voglio bene”. Una lacrima scende mentre spunta anche un sorriso.
Tristezza per la nostalgia, il pensiero che andrà, andranno in prima e potrei non averli più nella mia aula, i loro abbracci quando entro in classe, un assalto di affetto in piena regola, seguito spesso da perdita d’equilibrio della maestra e relativo scoppio di risa dei bambini. Ma anche gioia, perché non è passato un solo giorno in cui la rappresentante di sezione, lode al lavoro di mediatrice che sta svolgendo, non mi abbia inviato una foto, un messaggio, un vocale da parte dei miei bambini.
Perché tutte noi insegnanti li sentiamo un po’ “nostri”. L’altro giorno i miei figli, mi hanno chiesto di rivolgermi loro con, testuali parole, lo stesso tono dolce che hai coi tuoi alunni. Uscivo dalla mia camera, unico luogo parzialmente silenzioso e sgombro di quaderni e testi scolastici, dopo una videoconferenza di gruppo con i miei cinquenni, trovando i miei due figli a giocare invece di fare i compiti, lascio immaginare il repentino cambiamento di tono di voce, nonché d’umore…
Didattica a distanza, le due facce della medaglia, vissuta da insegnante e da mamma. Genitrice urlatrice, una rima non fa mai male, e docente presente, e sono due.
Ore ed ore passate tra chat, applicazioni, piattaforme, solo a cercare di capire dove, quando, come, cosa fare. Man mano, in una stretta collaborazione con le professoresse, che posso solo augurarmi resti così anche quando si tornerà tra i banchi, stiamo ingranando tutti, mamme, insegnanti e soprattutto alunni.
Stiamo stabilendo una nuova normalità. Questa situazione ci ha colto impreparati, quel che spero è che sapremo tutti trarne insegnamento, per il futuro.
Abbiamo sicuramente messo a fuoco i nostri limiti, ma anche le nostre potenzialità. Guardo stupita mia figlia di 7 anni scrivere sul pc un messaggio di saluti alla sua maestra in un battibaleno. Sto vedendo colleghe che fino a ieri mi chiedevano una mano per mandare una mail, fare video letture, stampare un file che invio loro, impensabile fino al mese scorso. Stiamo imparando tutti qualcosa. Ci manca la scuola. Manca ai miei figli. Manca ai miei alunni. Manca a me.
Problem solving. Stiamo scovando e attuando tutte le strategie per sentirci più vicini. Mai avrei immaginato di leggere un libro in videoconferenza a dei bambini di 5 anni, eppure l’altro pomeriggio erano tutti lì, ognuno nel suo rettangolino sullo schermo, a bocca aperta e braccia conserte ad ascoltare cosa sta succedendo all’albero Giovanni adesso che è arrivata la primavera. È stato bello. Come anche preparare le attività che le mamme ci chiedono a gran voce. Creare, condividere con le colleghe, modificare, arricchire, decidere, inviare. E poi la parte migliore, vedere le foto dei piccoli che sventolano sorridenti un disegno, una composizione, un collage, davanti alla fotocamera di mamme che immagino come me, un po’ esasperate un po’ felici ma sicuramente fiere come i propri figli, di mostrare all’insegnante il lavoretto finito.
E poi un vocale, come stasera, “maestra Sara, mi manchi, ti voglio bene” che ti fa capire che, in presenza o a distanza, il tuo è il lavoro più bello del mondo. E che grazie ai bambini, andrà veramente tutto bene.
Maestra Sara
Scuola dell’Infanzia “D.Patrizi” Istituto Comprensivo “E.Monaci” Soriano nel Cimino