Se penso al 4 marzo, quando all’uscita da scuola, ci siamo salutati e che non ci saremmo più potuti rivedere se non dietro ad uno schermo, mi fa diventare triste.
Quando abbiamo iniziato a fare lezione a distanza non è facile, anche perché la linea internet non è perfetta, e ogni tanto non si riesce seguire bene le lezioni.
Secondo me andare a scuola è già un lavoro, adesso si è raddoppiato, questo metodo è necessario in questo lungo periodo, anche perché ci permette di continuare gli argomenti programmati, ma non mi piace, è un modo freddo di fare scuola, non ci sono più rapporti umani tra noi compagni e i professori.
Sto tutto il giorno a guardare il telefono, se ci sono compiti, nuovi test da fare.
Non è un grosso sacrificio stare a casa, anche perché ho sempre qualcosa da fare, tipo giocare con la gatta, fare dei teatrini per far divertire mia nonna, preparare dei dolci con mia sorella, la pizza con mia madre, giocare a carte con mio padre e con mio fratello con cui faccio alcuni compiti.
Spero che questo coronavirus sparisca presto per tornare ad una vita libera e spensierata senza mascherine, guanti e disinfettante e senza aver paura di stare troppo vicino alle persone.
Certo, una cosa la so che non dimenticherò mai questo periodo che ha cambiato la mia vita, quella della mia famiglia e di tutto il mondo.
Elvisa De Paolis – 1C Scuola secondaria di primo grado – Ronciglione (VT)