Insegnanti ai tempi del coronavirus – IC Ernesto Monaci – Soriano nel Cimino (VT)

Tiziana

Dal 5 marzo la nostra vita è improvvisamente cambiata, così repentinamente che non abbiamo neanche avuto il tempo di accorgercene. Sospensione delle attività didattiche per causa di forza maggiore. Una situazione inimmaginabile, il coronavirus per noi così lontano era invece entrato in casa nostra. Gli arcobaleni dei bambini “tutto andrà bene”, sì, ma intanto eravamo chiusi in casa in una situazione opprimente per tutti.

Come insegnanti però, non potevamo abbandonare i nostri alunni, che avevano invece bisogno di punti di riferimento. Il nostro Istituto da subito si è riorganizzato attivando piattaforme didattiche per proseguire il dialogo con gli studenti.

Noi docenti, tuttavia, non avevamo alcuna esperienza riguardo la “didattica a distanza” e ci siamo rimessi in gioco passando da insegnanti ad alunni, diventando tutti autodidatti, nonostante il senso di paura per quello che stava accadendo. Ci siamo fatti diventare gli occhi rossi davanti al pc, le nostre giornate lavorative sono diventate di 24h, invase da tutorial, simulazioni di video-lezioni con i nostri colleghi, creazione di attività didattiche accattivanti per i nostri alunni, abbiamo reagito per far fronte all’imminente cambiamento con responsabilità e senso del dovere.

Nel giro di pochi giorni eccoci, davanti ai nostri alunni, siamo entrati nelle loro case, nelle loro camerette e i loro volti sono stati la nostra forza per fare sempre meglio. Ed in questa ottica anche la valutazione è cambiata, nella consapevolezza che proprio agendo sulla didattica gli effetti positivi automaticamente avrebbero avuto ricadute sulle prestazioni degli alunni. L’utilizzo di strumenti alternativi, molto famigliari ai nostri alunni, potevano incuriosirli, far emergere le loro passioni.

Il lavoro degli insegnanti si costruiva anche attraverso un discorso continuo e proficuo con loro genitori. Le famiglie diventavano ora più che mai la forza trainante di questa fase storica, i nostri collaboratori più stretti. In questa “empatia di emergenza” certe difficoltà comunicative scuola-famiglia venivano smussate e finalmente la scuola diventava una comunità di intenti, supportata dalle famiglie. Si era creata una nuova comunità insegnamento-apprendimento.

Prof.ssa Tiziana Fabianelli – Scuola Sec .I^ grado – “IC Soriano nel Cimino” (VT)

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